Tutti mangiarono a sazietà. Mi piace partire dalla conclusione del brano di Luca dedicato alla moltiplicazione dei pani, perché consente di immaginare la festa che si accende attorno a Gesù. Cinque pani e due pesci sono sufficienti per attivare la condivisione fra persone che, pur essendo estranee, avvertono la stessa urgenza di avvicinare Gesù e sentirlo parlare. E Gesù dimostra che pure nel deserto è capace di imbandire la tavola e saziare la fame di ciascuno.
Anche noi, con le nostre famiglie, le nostre parrocchie, le nostre associazioni, accorriamo a Gesù. Perché ogni giorno avvertiamo fame di parole buone, di giustizia, di libertà, di futuro, di vita piena. E sperimentiamo che, anche nella difficile quotidianità, Gesù ci fa compagnia e ci suggerisce la possibilità di condividere la stessa tavola. Perché, se condividiamo, tutti potranno essere saziati.
Cosa significa condivisione? Lo suggerisce Gesù, che «prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò» (Lc 9, 16). Il gesto di spezzare il pane, cioè, non è sufficiente. Occorre pregare e benedire, chiedere di essere capaci di amare come ama Dio, di rendere ogni gesto un gesto di amore. Da questo nasce la condivisione: grazie all’amore, il pane spezzato diventa dono, alimento per la vita, capace di saziare la fame.
Siamo invitati a imitare Gesù, in primo luogo nel confidare che i nostri pochi pani e pesci sono il punto di partenza per la condivisione. Ciò significa non considerare il nostro quotidiano povero e insufficiente, ma anche sapere che è proprio questo quotidiano a essere chiamato in causa: la condivisione è dono di noi stessi, non solo di ciò che ci avanza o non ci serve più. Il dono è dono di tutto ciò che sono, di ogni gesto, di ogni aspirazione, di ogni slancio, di ogni intuizione. La condivisione non è da relegare alla domenica o a quando mi sento in pace con il mondo: anche quando le cose non vanno tanto bene e non sono soddisfatto, è tempo per donare e condividere; è forse il tempo più adatto per chiedere a Dio di avere quell’amore misericordioso di cui solo lui è capace.
Continuando a ripercorrere a ritroso il brano evangelico, possiamo soffermarci sull’espressione con cui Luca descrive la reazione dei discepoli: «Fecero così». I discepoli, cioè, seguono le indicazioni ricevute dal maestro.
Gesù non sale in cattedra, per spiegare cos’è la condivisione, ma la fa sperimentare direttamente: chiede ai discepoli di prendersi cura delle persone accorse per ascoltarlo, distribuendo loro il pane spezzato. L’amore non esclude, ma include; non è centrato su di sé, ma considera l’altro e le sue esigenze; si mette a disposizione, a servizio, senza tirarsi indietro; si sente partecipe, non si chiama fuori.
Non chiamatevi fuori. Non lavatevene le mani. Non nascondetevi dietro un alibi. Questa è la risposta che Gesù dà ai discepoli. Voi, in prima persona, preoccupatevi dei fratelli. Sentitevi partecipi della vita degli altri. Scegliete di condividere la vostra esistenza con quella dei fratelli. Non escludetevi dalla vita, per rinchiudervi sotto campane di vetro dove nessuno viene a disturbarvi, ma dove si rischia di soffocare. Date loro da mangiare: alimentate, attraverso l’amore, la loro vita. Perché questo stesso amore, che spezzare e distribuite, sarà capace di alimentare tutti, anche voi, fino alla sazietà.
Il desiderio e la capacità di condividere si manifestano anche nel collaborare, nel mettere in comune esperienze, idee, prospettive, nel confrontarsi e nel dialogare, “mangiando lo stesso pane”. È perciò motivo di grande gioia sapere che quest’anno sono divenute ben ventitre le aggregazioni che hanno contribuito alla elaborazione del testo personale. Ciò consentirà a tanti di compiere uno stesso percorso, sia pure con le peculiarità tipiche di ciascuna realtà, in piena unità comunionale. È questo il segno bello, esplicito, che il cammino condiviso, avviato alcuni anni fa, cresce, matura, è ricco di frutti. È il segno che quegli unici cinque pani e due pesci che abbiamo, con la grazia dell’amore, possono moltiplicarsi per tutti noi e per tanti altri.
Non possiamo dimenticare, infine, che nel 2012 cadrà il cinquantenario dell’apertura del Concilio. È una ricorrenza che vorremmo non ricordare in forma unicamente celebrativa, ma vivere come opportunità per cogliere la ricchezza del Vaticano II, per comprenderne la portata, e soprattutto per dare ad esso effettiva concretezza. In tale ottica, intendiamo avviare un percorso di elaborazione, anche attraverso momenti specifici, da realizzare a livello nazionale e locale. In tale ottica, abbiamo scelto di utilizzare, in questo testo, citazioni dei documenti conciliari, per mettere in luce che si tratta di brani non avulsi dalla realtà attuale, ma in grado ancora oggi di ricondurci alla radice evangelica, di interrogarci, di guidarci all’amore e alla condivisione, di cambiare l’esistenza, fino a renderci capaci di moltiplicare pani e pesci, per saziarci e saziare con una vita piena.
Franco Miano
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Introduzione all'Anno Associativo, Segno, Franco Miano | 174 KB |
Prenotazione Sussidi Formativi 2012/2013 | 108.4 KB |
«Alzati, ti chiama!» è l’invito che i discepoli di Gesù rivolgono a Bartimeo, il cieco di Gerico, come racconta il Vangelo di Marco (10,46-52), icona biblica del prossimo anno associativo per tutta l’Azione Cattolica. È il Signore che vuole incontrare ciascuno di noi come accade anche con Bartimeo, ma questo incontro si realizza grazie all’opera dei discepoli che materialmente vanno a portare l’annuncio della chiamata.
Proprio questo vuole essere l’Ac: uno strumento nelle mani del Signore per portare l’annuncio a tutti coloro che incontreranno lungo il loro cammino, perso- nale e comunitario, l’esperienza associativa. La ricchezza aggiunta dell’Ac è il suo essere costituita da persone che scelgono di accogliere la chiamata del Signore e decidono di mettersi a disposizione per essere missionari e annunciare la Buona novella, attraverso un cammino formativo per tutte le età, un forte radicamento nella parrocchia, un impegno serio e responsabile per la vita del Paese.
Il cammino dell’Ac del prossimo anno si proietta, in particolare, sull’interiorità, che va custodita per far maturare un atteggiamento di fiducia nel Signore. La fede è un dono di Dio che non smette mai di cercare l’uomo e che esige una risposta libera e coraggiosa. La vocazione alla santità, alla quale tutti siamo chiamati, si traduce così in una risposta improntata alla generosità, spesa per l’evangelizzazione. Occorre continuare a riflettere sulle forme e le strade possibili per un’educazione volta a suscitare, alimentare, sostenere la ricerca di Dio che accompagna gli uomini e le donne, i giovani e i ragazzi di oggi. Per fare ciò è necessario recuperare il senso profondo dell’esperienza associativa come cammino spirituale che possa aiutare ciascuno a vivere il battesimo ricevuto per scoprire e alimentare la propria vocazione, poiché siamo consa- pevoli che la dedizione alla Chiesa e al mondo è possibile solo se nasce da una profonda vita interiore. Sostegno a tutto ciò è il Progetto formativo dell’Ac Perché sia formato Cristo in voi, che pone al centro la formazione della coscienza, la cura della vita spirituale, l’interiorità aperta alla relazione con Dio e con i fratelli come via per giungere ad una piena umanità.
Tutti questi elementi possono arricchire ulteriormente il contributo che l’Ac vuole dare a quell’Educare alla buona vita del Vangelo a cui ci richiamano i nostri Vescovi attraverso gli Orientamenti pastorali per questo decennio.
L’Ac è quindi chiamata a un impegno fortemente educativo, che sarà caratte- rizzato anche da alcuni momenti dalla forte valenza simbolica, coniugando vita associativa e dimensione pubblica: la preparazione e la partecipazione alla bea- tificazione di Giuseppe Toniolo; il coinvolgimento attivo nell’incontro mondiale delle famiglie di Milano; una serie di iniziative di rilievo sull’educazione.
È un cammino che vorremmo condividere con il maggior numero di persone possibile, perché riteniamo che il “noi” dell’associazione sia una via bella per fare esperienza di Chiesa e condividere l’impegno e la responsabilità dell’an- nuncio: per questo motivo i gruppi di Ac in ogni parrocchia saranno pronti ad accogliere ciascuno perché siamo certi che il Signore “chiama anche te”.
Franco Miano
Presidente nazionale dell’Azione Cattolica
Materiale di approfondimento:
L'Azione Cattolica, tramite l'Editrice AVE che da sempre segue il cammino dell'associazione, anche quest'anno ha elaborato percorsi diRIFLESSIONE, FORMAZIONE e PREGHIERA tagliati su misura per ogni socio e per i vari gruppi, presso il Centro Diocesano potrai acquistare i sussidi a prezzo agevolato ecco i prezzi e le modalità per prenotarli.