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Lo scopo del Sinodo diocesano è quello di costruire una Chiesa viva, capace di manifestare l’amore, di testimoniare l’unità, la carità , di annunciare il Vangelo alle nuove generazioni, un annuncio che sia il più possibile credibile, attuale, autentico. In questo senso i cristiani, attraverso l’esperienza del Sinodo, sono chiamati a percepire nella loro vita un forte senso di appartenenza alla Chiesa diocesana, e questo attraverso la corresponsabilità ecclesiale, nella ricerca di una nuova crescita nella comunione, nella partecipazione, svolgendo con fedeltà al Vangelo la propria missione. Il cammino sinodale attraverso la sua proposta di riflessione interpella tutte le parrocchie, i gruppi, le associazioni, i movimenti. Tra le diverse associazioni presenti in diocesi, l’Azione Cattolica diocesana occupa un posto di rilievo. Questa settimana presentiamo la riflessione e la testimonianza di Paola Cavallari, Presidente diocesana dell’Azione Cattolica. Paola Cavallari, sposata, con 3 figli, svolge la sua professione presso le Poste Italiane. Per il secondo mandato è Presidente diocesano dell’Azione Cattolica, un’esperienza che viene a coincidere con un tempo di grande fermento per la Diocesi di Adria-Rovigo: il Sinodo diocesano. Paola si è formata, nella sua esperienza umana e cristiana, in famiglia
e nella parrocchia del Duomo di Rovigo dove ha sempre offerto il suo servizio come catechista ed animatrice. Un particolare contributo nella sua formazione lo deve all’Azione Cattolica e alla comunità dei Frati Cappuccini che, come lei afferma, le hanno insegnato a stare nella Chiesa da protagonista, ad assumere la responsabilità con impegno, umiltà e semplicità. L’incarico che ricopre è senza dubbio importante, e Paola lo vive nel vero spirito di servizio alla Chiesa, ai fratelli, ai ragazzi e ai giovani.
Presidente, l’Azione Cattolica, come ha accolto la proposta del Sinodo diocesano voluta dal Vescovo Lucio?
L’AC ha accolto questa proposta con impegno e responsabilità; anche i più anziani stanno dando il loro contributo prezioso al cammino sinodale
Come avete organizzato i vostri momenti di incontro e di riflessione riguardo alle tematiche ed agli ambiti indicati dal Sinodo?
C’è stato un momento diocesano l’8 dicembre 2008, che per noi coincide con la Festa dell’Adesione; in questa occasione è stata ricordata la figura di Mons. Sichirollo, quale uomo di Chiesa impegnato anche nel mondo, ed è stata ascoltata la Testimonianza del dott. Federico Saccardin come Associato impegnato nella comunità civile in qualità di Presidente della Provincia. Sabato scorso è stata presentata anche la figura di Battista Soffiantini laico di grande spessore umano e cristiano, che è stato iscritto all’AC della nostra Diocesi.
L’A.C. vede nella sua realtà di associazione i ragazzi, i giovani, gli adulti. Ecco in che modo queste diverse categorie di persone sono impegnate nel cammino sinodale?
Ogni gruppo di Adulti è stato orientato a lavorare su un ambito. A scelta. Erano da prediligere la Comunità Civile, la Comunità Ecclesiale e i Poveri. Sono stati liberi di organizzare gli incontri secondo i tempi e le modalità più opportune tenendo conto delle esigenze personali. Hanno cercato di tener conto, nel limite del possibile, anche del cammino associativo, pur considerando che questo ben si univa per spunti e riflessioni nel cammino sinodale. Si sono poi incontrati una domenica pomeriggio, raggruppando più gruppi per zone, per fare un po’ di verifica del lavoro svolto e per approfondire insieme due schede: una relativa alla comunità civile, l’altra relativa alla comunità Ecclesiale. I Vice-Presidenti adulti hanno tenuto i contatti con i Presidenti parrocchiali.
E riguardo ai ragazzi e ai giovani?
I giovani hanno lavorato in un unico gruppo diocesano e hanno approfondito alcune schede relative ai giovani allargando il gruppo educatori anche ad altri giovani. Sono stati proposti 4 incontri formativi per i giovani su tematiche di attualità. I ragazzi stanno vivendo il cammino sinodale sullo stile del “campo-mobile”; gli eventi diocesani sono itineranti e attraverso “il viaggio” stiamo parlando di parrocchie, vicariati e diocesi, un modo semplice per andare ad incontrare i ragazzi nelle loro parrocchie e per imparare a conoscere la nostra diocesi.
Presidente, lei personalmente, come ha accolto la proposta di avviare in Diocesi il cammino sinodale?
La proposta di avviare il cammino sinodale in diocesi è coinciso con il rinnovo della mia carica, che durerà quanto il Sinodo; è questo un immenso dono per me anche se so che sarà sicuramente un tempo impegnativo. E’ certamente una grande opportunità che ci permette di leggere il passato, di vivere il presente per pensare e ridisegnare il futuro per la nostra diocesi.
Qual è il suo pensiero riguardo ai cinque ambiti indicati dal Sinodo come urgenze sulle quali riflettere?
Certamente sono ambiti molto importanti che ci chiedono un’attenta riflessione.
Dal suo punto di vista sono realmente queste le priorità verso le quali la Chiesa diocesana deve riflettere e progettare la nuova evangelizzazione e la sua azione pastorale?
Secondo me gli ambiti scelti sono senza dubbio le priorità di questa diocesi.
Veramente i laici sono i protagonisti di questo Sinodo diocesano?
R - Secondo me sì, e devono volerlo! E’ il primo Sinodo diocesano per Adria-Rovigo dopo il Concilio Vaticano II, quindi è già un buon motivo per esserci e dare il massimo nell’impegno.
Il laicato cattolico è pronto a lasciarsi coinvolgere, ad assumersi delle responsabilità, degli impegni concreti per il bene della Chiesa diocesana?
Penso proprio di sì. Già la celebrazione di domenica nella quale i Sinodali laici assieme ai presbiteri, religiosi e religiose, hanno detto un grande e responsabile “sì” al Vescovo, ma prima di tutto al Signore e a se stessi, nella consapevolezza dell’impegno preso. Personalmente lo vivo con grande responsabilità, consapevole che è un compito delicato e importante, certa che non c’è spazio per la mezza misura!
Voi come Associazione siete presenti in diverse parrocchie della Diocesi. Di questa realtà conoscete le problematiche, le attese, le gioie e le difficoltà. Ecco le chiedo: veramente la parrocchia come realtà sta attraversando un momento di crisi, la gente si allontana sempre più dalla parrocchia?
Forse sono i Cristiani che devono cambiare mentalità, adeguando l’idea di parrocchia e di parroco alle nuove esigenze. Questo non vuol dire avere la parrocchia in crisi, ma è in crisi la capacità di ridisegnarla al passo con i tempi e tenendo conto della diminuzione dei sacerdoti. E’ il tempo in cui anche i laici devono essere un po’ più protagonisti della realtà parrocchiale ed ecclesiale, senza comunque fare confusione nei ruoli e nelle competenze.
L’A.C., ha tra i suoi iscritti laici di diverse estrazioni sociali e culturali. Dal suo punto di vista fuori dalla comunità ecclesiale il Sinodo come è visto, come è accolto?
E’ argomento di discussione e spesso di curiosità fuori dell’ambito
ecclesiale, e questo per me è già tanto, anche chi è più “lontano” si sta accorgendo che sta succedendo qualcosa di davvero straordinario.
Presidente, pensando alla realtà della Chiesa diocesana di Adria-Rovigo, lei ritiene che fosse questo il momento giusto per aprire un Sinodo?
Penso proprio di sì, sono passati 50 anni dall’ultimo Sinodo, sono certa che potevamo fare questa fatica… anche perché per noi laici è anche la prima!
L’A.C. ha una lunga storia, di presenza, di annuncio del Vangelo nella Chiesa di Adria-Rovigo. Pensando a questo dall’esperienza del cammino sinodale l’A.C. diocesana quali attese nutre, quali speranze, quale cammino desidera compiere?
Penso e spero che sia un’opportunità per il suo impegno di formare uomini e donne, giovani e fanciulli adulti nella fede e capaci di stare nella Chiesa da protagonisti, capaci di assumere la responsabilità dell’impegno e la fedeltà al proprio Pastore.
Presidente, quali sono le sue attese dal Sinodo diocesano?
Una diocesi con un “bel vestito nuovo”, rinnovata e fresca capace di mettersi accanto ai giovani, alle famiglie e ai poveri, capace di testimoniare in modo credibile che Cristo è davvero Risorto.
Settimio Rigolin
Pubblicata su: La Settimana del 8/03/09, pag 3