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Si è costituita a Rovigo la prima e unica sezione in tutto il Triveneto del Movimento lavoratori di Azione cattolica (Mlac), espressione missionaria dell'Ac nel modo d lavoro. Il primo congresso si è tenuto domenica 20 febbraio 2011 e a far da cornice alla presentazione pubblica del Movimento è stato scelto il Salone d'onore del Comune di Rovigo, per sottolineare la volontà dell'Azione cattolica di partecipare e condividere la vita e le preoccupazioni della "città".Il Mlac, nato nel 1936, è un movimento intergenerazionale e anche interprofessionale, poiché intende proporre a tutti (disoccupati, lavoratori dipendenti, artigiani, imprenditori) un cammino di nuova spiritualità nella sfera lavorativa. Alla luce delle riflessioni maturate grazie al cammino sinodale diocesano sugli effetti del rapporto tra lavoro e vita, vissuto in modo sempre più sofferto, in continuità con la Veglia dei lavoratori proposta per la prima volta due anni fa, l'Azione cattolica di Adria - Rovigo con il Movimento lavoratori vuole proporre uno strumento che permetta ai fedeli di acquisire maggiore consapevolezza del loro essere cristiani lavoratori.
Il congresso, dal titolo Andate ad annunciare con gioia, dopo i saluti al numeroso pubblico e alle autorità presenti da parte della presidente diocesana di Ac Paola Cavallari, è stato aperto dal vescovo Lucio Soravito de Franceschi, il quale ha espresso "compiacimento per l'istituzione in diocesi del Movimento lavoratori di Azione cattolica". Nel suo intervento il presule ha inoltre affermato che l'attuale cultura del "benessere materiale" rischia di portare gli uomini del nostro tempo verso il "materialismo pratico", verso una "economia senza regole". Per questo egli ha voluto proporre a tutti i cristiani – lavoratori, imprenditori, sindacalisti, politici, amministratori, responsabili dell'economia e della finanza – ma soprattutto al Mlac, un decalogo del lavoro:
1) Il lavoro è la modalità con cui l'uomo realizza la sua vocazione, un mezzo per vivere, ma anche per realizzare se stessi.
2) Mettere al primo posto il bene della persona e non solo il profitto economico.
3) Salvaguardare e promuovere la dignità della persona umana.
4) Nelle fabbriche e nelle aziende deve prevalere la ricerca di una migliore qualità della vita e non il semplice accrescimento dei beni e dei profitti.
5) All'interno dell'ambiente di lavoro va curata la qualità delle relazioni.
6) L' organizzazione del lavoro deve tenere presenti le esigenze della famiglia e della condizione femminile con particolare riguardo alla maternità, al riposo domenicale e al tempo libero.
7) Un esercizio costante della giustizia: giusta retribuzione, migliori condizioni lavorative, promozione delle competenze professionali, onestà e legalità, fedeltà al proprio compito lavorativo contro l'assenteismo.
8) La giustizia cammina insieme alla solidarietà.
9) La soluzione di tali problemi richiede l'impegno tempestivo e responsabile di tutti
10) La Chiesa di Dio che è in Adria-Rovigo ha bisogno di imprenditori e di lavoratori – e ora del Movimento Lavoratori di AC – che siano operai dell'evangelizzazione, "annunciatori di gioia e di speranza" anche nel mondo del lavoro.
Nella sua relazione stimolante e appassionata, l'assistente nazionale del Mlac don Giuseppe Masiero ha affermato che nella nostra società il denaro conta più del lavoro. «Questo sbilanciamento dal lavoro al denaro poggia su un cambio di mentalità e cultura, sull'affermarsi dell'individualismo per il vuoto lasciato da un sistema sociale strutturato senza riconoscere e valorizzare la persona come soggetto responsabile», protagonista assieme agli altri della propria e comune realizzazione. Ha inoltre sottolineato che la Costituzione italiana e il Magistero sociale della Chiesa costituiscono la nostra bussola poiché in entrambe viene ugualmente affermato il lavoro come valore.
Oggi le comunità cristiane – ha proseguito don Masiero – come ai tempi del Concilio, sono chiamate a comprendere e vivere questo passaggio epocale, condividendo ancora una volta "le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi, specialmente dei poveri". «Il lavoro gridato dai tetti, sulle gru, nelle viscere della terra, o cercato con passione dai giovani può incontrare il "divin lavoratore di Nazaret" che con la sua risurrezione ha acceso la speranza e offerto a tutti il dono di una presenza liberante». Concludendo il suo intervento l'assistente nazionale ha affermato: «L'esperienza del Mlac si colloca tutta qui, nel racconto di un'avventura evangelica che attraversa contemporaneamente il mondo dei cercatori di lavoro (poveri ma beati) e dei lavoratori o imprenditori (assetati di giustizia e operatori di pace)».
Il segretario nazionale del Mlac Cristiano Nervegna, dopo aver illustrato le attività principali che il Movimento promuove nelle varie realtà diocesane, ha confidato di registrare sempre più rassegnazione e sfiducia dei giovani verso il loro futuro. L'Azione cattolica – ha sottolineato – deve prestare particolare attenzione per questa fascia d'età e il Mlac potrebbe essere d'aiuto offrendo loro nuove forme di rappresentanza. In conclusione il segretario nazionale ha affermato che occorre più coraggio e discernimento comunitario per tradurre in azioni gli insegnamenti del magistero sociale: "conversione di cuore e cambiamenti di strutture" devono andare di pari passo.
Speriamo che il coraggio e la speranza non manchino alle altre diocesi del Triveneto e che il nostro produttivo Nordest sia terreno fertile dove coltivare altre esperienze come il Mlac.
di Andrea Padoan, tratto dal sito www.tonioloricerca.it