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Il Movimento Lavoratori di Azione Cattolica della diocesi di Adria-Rovigo ha partecipato alla terza giornata del Congresso Eucaristico Nazionale, svoltasi il 7 settembre presso il Teatro Gentile di Fabriano, dedicata al tema “Eucaristia nel tempo dell’uomo: il lavoro”.
L’incontro è stato guidato dal direttore dell’ Ufficio nazionale della pastorale del lavoro don Angelo Casile, mentre l’ approfondimento è stato affidato al prof. Stefano Zamagni, ordinario di Economia politica all’ Università di Bologna e presidente dell’ Agenzia del Terzo settore.
All’inizio dell’intervento il professore ha ricordato che l’ economia di mercato nacque attorno al 1200 con la Scuola di pensiero francescana; questo modello economico si basava sul principio della divisione del lavoro per dare a tutti la possibilità di lavorare e quindi di partecipare, ognuno con i propri mezzi, al completamento della creazione così come voluto da Dio.
Con l’ avvento della Rivoluzione industriale (1700), la divisione del lavoro venne impiegata nelle fabbriche per escludere i lavoratori meno produttivi i quali, una volta espulsi dal lavoro e quindi privi di sostegni economici, si affidavano a forme assistenziali dapprima private e occasionali (filantropia) e poi pubbliche e strutturate (welfare state).
Attualmente il settore capitalistico (le imprese profit) può occupare al massimo il 70% della forza lavoro; al restante 30% di lavoratori in esubero ci pensa (ma non sappiamo ancora per quanto visto le casse pubbliche sono vuote!) il welfare. E’ necessario aumentare l’inclusione al lavoro di queste persone facendo in modo che, oltre alle imprese capitalistiche, nel mercato operino le imprese sociali e le cooperative che rappresentano il terzo settore. Per fare questo secondo il prof. Zamagni, è necessario “cambiare il Libro primo del Codice Civile che regola le organizzazioni no profit e cambiare la legge sull’ impresa sociale del 2008, la quale ne impedisce la costituzione perché ad essa non sono applicati gli sgravi fiscali previsti per le onlus”. Secondo una simulazione prodotta dall’ Agenzia del Terzo settore, presieduta dallo stesso Zamagni, in questo modo avremmo 50 mila aziende in più che assumerebbero mediamente cinque dipendenti e che pertanto creerebbero 250 mila nuovi posti di lavoro. Il tutto a costo zero per lo Stato, che anzi ci guadagnerebbe in entrate. “La sfida è dare libertà al terzo settore per dare lavoro a tutti”.
Altrettanto importante è, per l’ economista, puntare ad un lavoro decente. “Siamo in epoca postindustriale, perciò è necessario superare l’organizzazione tayloristica” (dove il lavoro è impersonale)”e pensare a nuovi modelli di organizzazione del lavoro” nei quali la soggettività del lavoratore non venga percepita come limite ma come ricchezza per le imprese. Purtroppo la strada per raggiungere il rispetto e il riconoscimento della dignità dei lavoratori e delle loro famiglie è ancora lunga; basti pensare che “ l’ultima direttiva europea sostiene che siano le famiglie a doversi adattare alle esigenze delle imprese e non viceversa come invece chiederà la Chiesa al prossimo incontro mondiale delle famiglie”.
E’ con questi stimoli che il Movimento Lavoratori di Azione Cattolica diocesano riprenderà le attività del triennio associativo, incentrate sulla formazione di laici cristiani responsabili al servizio della società in cui vivono.
Andrea e Paola – Equipe diocesana MLAC
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