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Tempo di Quaresima

Le Ceneri

Il tempo della nostra vita scorre veloce,scandito da mille cose da fare. Tante volte ci sembra che non basti mai. Eppure ,il rischio di sprecare  questo dono è sempre dietro l’angolo , e anche quando l’agenda è fitta di impegni non è detto che non si stia perdendo tempo.

La Quaresima non fa eccezione,tutt’altro. Allora, in cammino verso il grande mistero del Dio fatto uomo che soffre,muore e risorge per la nostra salvezza c’è  bisogno di tenere il passo incrociando quotidianità e preghiera,occupazioni e riflessione.  Viene qui proposto un breve commento del  brano evangelico del mercoledì delle Ceneri.

L’autore del commento (1) è il vescovo Francesco Lambiasi   già Assistente Generale di AC.

 

Mercoledì delle Ceneri    - Elemosina, preghiera e digiuno.      

Mt6,1-6, 16-18

Il padre tuo,che vede in segreto,ti ricompenserà

All’inizio del tempo di Quaresima, la liturgia ci offre un brano collocato al centro del Discorso  della Montagna. L’insegnamento di Gesù ai discepoli riguarda la “ nuova giustizia” nei rapporti tra l’uomo e Dio. Gesù fa riferimento a tre pratiche religiose molto importanti nella vita del popolo d’Israele: l’elemosina,la preghiera e il digiuno. Egli non contesta queste azioni, ma la perdita del loro significato originario di ricerca personale di Dio. Fare l’elemosina  voleva esplicitare la disponibilità  ad aiutare il prossimo, la solidarietà verso gli altri destinatari, anche loro,delle promesse del Dio d’Israele; voleva riconoscere che quanto ricevuto  è un dono del Signore, da gestire responsabilmente nel contesto dell’alleanza fra Dio e il suo popolo. La preghiera è l’espressione più diretta del rapporto personale con Dio. Questo stesso rapporto con Dio è spesso cercato attraverso il digiuno come espiazione per i peccati commessi, cioè riconoscendo i propri limiti umani, e come conversione. Si tratta dunque di tre azioni in cui l’uomo avvia un dialogo con il Signore, che deve essere il vero e unico referente .L’ostentazione di questi atti nei confronti degli altri ,invece,evidenzia l’affermazione di se stessi nei loro confronti,di una presunta migliore giustificazione nel rapporto con Dio attraverso un’immagine pubblicizzata della propria pietà. Non è più il Signore il destinatario della propria azione, bensì l’uomo cui si impone una falsa superiorità,anche nel rapporto con il Signore. Invece, nel porsi in relazione con il Signore,Gesù insegna che la sobrietà e soprattutto l’interiorità del gesto,”nel segreto”,sono l’unico modo di dialogare. E’ questo lo stile del discepolo che non dovrà cadere nella tentazione orgogliosa di annunciare quanto v’è di straordinario nel regno dei cieli con un’ostentazione fine solo a se stessa, ma che,invece,dovrà dimostrare nel “quotidiano ,nell’abituale,nel nascosto, dando così segno della vera obbedienza e della verità autentica” ( Bonhoeffer).

(1)      Francesco  Lambiasi  - Una Parola al giorno- Editrice AVE

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Data: 
Lunedì, 9 Febbraio, 2015 - 22:28