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Il Movimento Lavoratori di Azione Cattolica (MLAC)della Diocesi di Adria – Rovigo quest’anno ha preso parte al Festival Biblico, che si è svolto a Rovigo dal 17 al 20 Maggio per approfondire il tema del “FUTURO”. Come hanno fatto le disparate associazioni che hanno aderito a questa edizione, anche il Movimento ha voluto proporre un momento di confronto, con lo scopo di realizzare qualcosa di nuovo insieme agli altri, costruire nuovi rapporti e avviare, così, processi che possano proseguire anche dopo questo evento. (Galleria fotografica)
Il MLAC ha fatto proprie le sollecitazioni emerse nella 48^ Settimana Sociale dei Cattolici Italiani e, sulla base di esse, ha presentato l’incontro pubblico dal titolo “Il lavoro nell’epoca della Machina sapiens”. È chiaro che in questa sede ha inteso indagare come il mondo del lavoro, dimensione propria dell’essere umano, si interfaccia e si adatta ai cambiamenti e agli aggiornamenti culturali e tecnologici dei nostri tempi, in una prospettiva di relazioni e interconnessioni sempre più complesse tra gli individui e, soprattutto, con le macchine, che diventano “sapienti e autonome”.
Si sono messi in dialogo sul tema tre ospiti di spicco, portando ciascuno il contributo della propria esperienza negli specifici campi di studio, di lavoro, di vita associativa e di attività sindacale e di categoria: Padre Paolo Benanti, teologo docente alla Pontificia Università Gregoriana, che ha focalizzato i suoi studi sulla gestione dell’innovazione e il significato etico e antropologico della tecnologia per L’Homo sapiens, Cristian Veller, Presidente regionale ICT Confartigianato Veneto, Alice Dal Fovo, incaricata regionale dei giovani di Azione Cattolica del Triveneto e Gianfranco Refosco, Segretario regionale CISL del Veneto.
È emerso uno scenario estremamente interessante e articolato. Dalla salute alla sicurezza, in diversi ambiti del lavoro e della società si sta verificando una vera e propria rivoluzione, dovuta all’introduzione e allo sviluppo di macchine dotate di intelligenza artificiale. Sono definite “macchine intelligenti” perché sono in grado di agire in maniera autonoma e diretta sull’esistenza umana e, in un possibile futuro, diventeranno capaci di prendere decisioni al posto dell’uomo, senza, però, essere esenti da pregiudizi e discriminazioni di sorta. Nel contesto “virtuale” in cui viviamo, i dati e le informazioni sugli utenti delle piattaforme online sono moneta di scambio tra i diversi gestori di servizi e applicazioni, al di là dei diritti e doveri dell’uomo socialmente riconosciuti e condivisi. Certamente la macchina ad oggi non sostituisce la creatività e l’intraprendenza umana, ma è una risorsa accessibile su larga scala, cosicché la comunità dei fruitori può collaborare al suo sviluppo e funzionamento.
In un mondo globalizzato e ipertecnologico, tuttavia, il pensiero critico dell’uomo è costantemente sollecitato e non può evitare di esplorare i possibili esiti delle molteplici e immediate trasformazioni della storia, del mondo del lavoro e della società contemporanea. È evidente che per evitare prevaricazioni e isolamenti non è possibile distogliere lo sguardo dal valore del bene comune e della dignità umana: siamo tutti corresponsabili e non possiamo prescindere dalla ricaduta etica di un utilizzo esteso e capillare delle tecnologie. Oggi si tenta di elaborare una nuova disciplina, la cosiddetta “algoretica. Si tratta di elaborare algoritmi che prevedano la capacità della macchina di effettuare delle scelte morali, di dubitare di se stessa e, laddove una decisione non è statisticamente certa, di chiedere all’uomo come proseguire. Perché questo avvenga, le macchine in futuro dovranno essere dotate di intuizione per adattarsi all’uomo, di intellegibilità per poter comunicare con la persona, di capacità di adattamento alla reazione emotiva dell’utilizzatore e adeguamento agli obiettivi scelti come prioritari dall’uomo.
Quali sono, dunque, i passi da compiere per il futuro. L’uomo per rispondere adeguatamente al cambiamento deve restituire rilevanza alla formazione tecnologica e scientifica e, soprattutto, a quella umanistica, affinché la persona resti sempre al centro delle scelte. Nella scuola diventa fondamentale già da ora trasmettere alle giovani generazioni, i nativi digitali, il valore dell’uomo, specie in un tempo in cui appare destinato ad essere “sostituito”dalle macchine autonome. Anche le organizzazioni sindacali devono diventare luoghi partecipativi e formativi e farsi carico del compito di spiegare ai lavoratori quale sarà il loro futuro, in particolare in riferimento alle nuove tipologie di lavoro, per metterli nella condizione di fare scelte consapevoli rispetto al loro sviluppo professionale.
Dunque l’invito è “non dire no a priori!”, non fossilizzarsi nella paura di ciò che ancora non si conosce, ma creare nuovi tipi di “piazza”, in cui incontrarsi, condividere saperi ed esperienze. Questo invito è rivolto a tutti e il MLAC vuole trasformarlo in un impegno di cammino nel FUTURO.
Matteo Barion e Silla Marzola