Il lavoro sfrutti le opportunità

Il 2020 è stato un anno che segnerà per sempre il mondo del lavoro, infatti, la pandemia ha portato la chiusura di numerose attività lavorative definite “non essenziali” per un periodo di sessantanove giorni (9 marzo – 18 maggio) e ancora oggi sono presenti delle restrizioni che limitano o del tutto impediscono l’operatività in determinati settori quali la ristorazione, il turismo, la cultura e lo spettacolo.

Il Governo ricorrendo al blocco dei licenziamenti e ed estendendo la cassa integrazione ha, nell’immediato, impedito la chiusura di molte imprese e il conseguente licenziamento dei collaboratori. Non sappiamo però cosa succederà al termine della pandemia e se si riuscirà a permettere la ripresa di tutte le attività evitando la crisi per molte aziende che porterebbe all’aumento delle persone nella fascia di povertà. Alcuni segnali preoccupanti sono già presenti quali, ad esempio, la riduzione delle assunzioni di donne e giovani impiegati maggiormente in lavori stagionali e la riduzione delle persone che entrano nella categoria dei disoccupati con immediata disponibilità questo per il dilagare di un sentimento di scoraggiamento a cercare il lavoro. I lavoratori che durante il lockdown hanno potuto continuare le loro attività hanno dovuto, in pochissime ore, cambiare le loro abitudini iniziando a lavorare dalle loro abitazioni oppure indossando costantemente i dispositivi di protezione individuale, qualora fosse necessaria la loro presenza nel posto di lavoro. In entrambi i casi, la maggior parte di Aziende e Pubbliche Amministrazioni sono state colte impreparate, infatti, non sempre i lavoratori disponevano delle dotazioni per poter lavorare da remoto o erano stati formati a questa modalità di lavoro oppure i dispositivi di protezione individuale erano limitati o assenti mettendo a rischio la salute delle persone. Va detto però che c’è stato uno sforzo eccezionale che ha portato molti imprenditori e liberi professionisti ad affrontare spese elevate per acquistare il materiale necessario a garantire la sicurezze delle persone (con il diminuire della disponibilità i prezzi sono cresciuti) e i lavoratori ad utilizzare anche i propri strumenti personali pur di portare a termine i loro impegni lavorativi. La pandemia ha sicuramente accelerato alcune trasformazioni che, in una situazione normale, avrebbero impiegato decenni per avvenire quali, ad esempio, l’introduzione dello smartworking.

Sicuramente quello che stiamo sperimentando è lavoro da casa, e in diversi casi ha portato ad una perdita di separazione tra i tempi della vita lavorativa e quelli della vita privata, ma con un’opportuna formazione di lavoratori, dirigenti e imprenditori sarà possibile arrivare al vero smartworking, che potrà migliorare realmente la vita delle persone e non far venire meno il valore dell’incontro e confronto di persona. Questo permetterà di aprire scenari nuovi, ad esempio per il territorio del Polesine, potrà contribuire a ridurre lo spopolamento dovuto all’emigrazione verso territori più ricchi, agevolare la conciliazione tra i tempi per la famiglia e quelli per il lavoro, ridurre i tempi di spostamento verso la sede di lavorare da poter investire nella cura del tempo libero e contribuire a ridurre l’inquinamento ambientale. Questi mesi ci hanno ricordato che la salute delle persone dovrà essere sempre messa al primo posto pertanto sarà necessario investire risorse nella ricerca per prevenire il ripetersi di situazioni simili e qualora non si possano evitare dovremo avere strumenti per limitare il più possibile la perdita di vite umane e la chiusura delle attività produttive.

La speranze del Movimento Lavoratori di Azione Cattolica sono che al termine della pandemia si affermi uno stile di vita in cui venga data importanza al tempo da dedicare alla cura delle relazioni e del tempo libero (durante il lockdown, anche agevolati dalla chiusure delle attività commerciali nei giorni festivi le famiglie ne hanno beneficiato) e che si mantenga alta l’attenzione attenzione verso i lavoratori impiegati nei settori che hanno risentito maggiormente di questa crisi.

Pubblicato su La Settimana di Domenica 20 dicembre 2020

Data: 
Sabato, 26 Dicembre, 2020 - 15:39