Servono azioni concrete oltre la spiritualità

Fratel Alberto Degan, missionario comboniano, commentando il messaggio del Papa per la giornata della pace evidenzia come “sia frequente pensare che la spiritualità non abbia nulla a che fare con la concretezza della vita, invece la pace di cui ci parla Gesù si realizza attraverso azioni molto concrete, riducendo la spiritualità a devozionismo disincarnato la pace si riduce ad una parola vuota”. Papa Francesco, infatti, ci invita a percorrere tre vie per la costruzione di una pace duratura: il dialogo tra generazioni, l’educazione e il lavoro.

Come ci ricorda il Santo Padre il lavoro “è espressione di sé e dei propri doni, ma anche impegno, fatica, collaborazione con altri, è il luogo dove impariamo a dare il nostro contributo per un mondo più vivibile e bello.

Purtroppo però non tutte le persone in età lavorativa hanno un impiego e chi ne gode spesso si ritrova in situazioni di vulnerabilità per il precariato, la mancanza di un sistema di protezione sociale o l’assenza di un salario che permetta al lavoratore e alla propria famiglia di uscire da una situazione di povertà. Queste difficoltà, già presenti da molto tempo, durante questi mesi di pandemia da Covid-19 sono peggiorate, in particolare per chi si trovava già in condizioni di vulnerabilità.

Nel messaggio di Francesco vengono individuate come urgenze quelle di promuovere, in tutto il mondo, “condizioni lavorative decenti e dignitose, orientate al bene comune e alla salvaguardia del creato” e “la cultura della cura e della fraternità perché il profitto non sia l’unico criterio guida della nostra economia”.

L’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) evidenzia come il lavoro dignitoso crea vantaggio non solo per i singoli lavoratori e le loro famiglie ma per tutta l’economia locale. Infatti, il potere di acquisto alimenta la crescita e lo sviluppo di imprese sostenibili, che a loro volta sono in grado di assumere più lavoratori, migliorandone la retribuzione e le condizioni. Inoltre aumenta il gettito fiscale degli Stati, che sono quindi in grado di finanziare politiche sociali per proteggere coloro che non riescono a trovare un lavoro o sono inabili al lavoro.

La creazione di posti di lavoro è essenziale perché, il lavoro è la base su cui costruire la giustizia e la solidarietà in ogni comunità. Per questo, come viene evidenziato nell’Enciclica Laudato Si, “non si deve cercare di sostituire sempre più il lavoro umano con il progresso tecnologico: così facendo l’umanità danneggerebbe sé stessa. Il lavoro è una necessità, è parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano e di realizzazione personale”

L’invito di Francesco è ad “unire le idee e gli sforzi per creare le condizioni e inventare soluzioni, affinché ogni essere umano in età lavorativa abbia la possibilità, con il proprio lavoro, di contribuire alla vita della famiglia e della società”.

La politica è sicuramente chiamata a svolgere un ruolo attivo, ma anche ogni imprenditore e lavoratore può farsi promotore di questi cambiamenti e, per i cristiani, trovando orientamenti nella dottrina sociale della Chiesa. Inoltre, come dice l’economista Leonardo Becchetti, ogni cittadino può esercitare il proprio “Voto col Portafoglio” al momento dell’acquisto, facendo scelte responsabili che sostengano la buona economia, quella inclusiva, rivolta verso i territori, i bisogni reali delle persone, ed in particolare di quelle che il sistema economico esclude dal mondo del lavoro.

Matteo Barion 

Pubblicato su La Settimana di Domenica 9 Gennaio 2022

Data: 
Lunedì, 10 Gennaio, 2022 - 08:44