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Presentazione Iniziativa annuale 2006/2007

Comunione, voce del verbo condividere di Luigi Alici

Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento?” (Lc 14,28-30). All’inizio di ogni anno, siamo chiamati a rimettere in moto un cammino, a riattivare una dinamica; dobbiamo farlo con quella sapiente capacità di amministrare correttamente i talenti, che nel linguaggio evangelico è condizione fondamentale per farli fruttificare e non lasciarli marcire. In fondo, chi è in grado di portare a termine il lavoro intrapreso è, letteralmente, il vero responsabile, cioè colui che riesce a rispondere positivamente a tutti coloro per i quali l’opera è stata intrapresa e portata a termine. E se è così importante rispondere del proprio servizio, grande cura dev’essere posta in tutte le fasi di realizzazione, a cominciare dalla progettazione, che non è un preliminare facoltativo. Predisporre un cammino di santificazione personale e di annuncio del vangelo è già cominciare a fare esercizio di santità, è già cominciare ad annunciare il vangelo. Una buona dinamica progettuale, esige almeno tre condizioni: anzitutto una verifica attenta e coraggiosa dei risultati conseguiti, per valutare quanto siano stati lacunosi o positivi, e interpretare correttamente luci e ombre. In secondo luogo, è indispensabile cercare il massimo coinvolgimento di tutti i soggetti, a cominciare dai primi momenti in cui si disegna un percorso di vita associativa. L’unitarietà non si misura dall’abilità di fare un “taglia e incolla” tra le proposte di settori e articolazioni, ma dall’impegno a condividere intimamente uno stesso cammino, anche quando i percorsi concreti debbono differenziarsi. Infine, all’unitarietà deve corrispondere una profonda cura delle relazioni: sia fra le persone e i gruppi di una medesima associazione, sia fra i diversi livelli della vita associativa (parrocchiale, diocesano, regionale, nazionale). Quest’aspetto ci porta direttamente al cuore delle Linee programmatiche per il prossimo anno, in cui, tenendo sempre sullo sfondo il “trinomio di Loreto” (contemplazione, comunione, missione), saremo chiamati ad approfondire in modo particolare il senso del condividere, ponendo al centro il Risorto, il volto della Chiesa, il racconto della testimonianza. Lo slogan che ci accompagnerà (“Va’ e anche tu fa’ lo stesso”) è la conclusione del brano di Lc 10,30-37, in cui Gesù risponde alla domanda del dottore della legge, che aveva il monopolio della lettera e forse aveva smarrito lo spirito (“E chi è il mio prossimo?”), con una storia inquietante e straordinaria: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico…”. Questo slogan rappresenta con straordinaria efficacia il valore dinamico e missionario della comunione, ribadito dall’immagine della lavanda dei piedi, scelta per il manifesto. “Prossimo” è il superlativo di “vicino”, e approssimarsi è una voce attiva del verbo “avvicinarsi”. Una condivisione di cui siamo chiamati a esplorare tutte le potenzialità: nello spazio a volte “protetto” dell’Associazione e della Chiesa, così come in tutti gli ambienti in cui si consuma la storia della nostra vita, gomito a gomito con tante persone. In particolare, nel prossimo anno saremo chiamati a riscoprire la dimensione ecclesiale della speranza, custodita da una chiesa che è in Cristo “come un sacramento o segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (LG 1). Ma per sperimentare forme sempre nuove di condivisione della speranza, dobbiamo fare di ogni momento di vita associativa un luogo in cui si disegna il “noi” della speranza. La speranza condivisa nasce dalla contemplazione del Risorto e deve misurarsi ogni giorno con la consegna del samaritano: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso”. Tratto da www.azionecattolica.it