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La dignità dei lavoratori è sempre a rischio

Dal 2008 la Conferenza internazionale dei sindacati promuove, nel mese di Ottobre, la “Giornata Mondiale per il lavoro Dignitoso” la cui idea è stata sviluppata fin dal 1999 anno in cui l’allora Direttore generale dell’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) Juan Somavia, presentò il Rapporto “Decent Work”.

Il lavoro dignitoso è un concetto universale che si applica a qualsiasi categoria di lavoratori e mette in luce il ruolo chiave dell’occupazione, con la sua dimensione quantitativa (posti di lavoro creati) e qualitativa (condizioni di lavoro) nella determinazione delle condizioni di esistenza degli individui e nella lotta alla povertà e alla disuguaglianza. La sua realizzazione si basa su quattro obiettivi strategici: creazione di occupazione; diritti dei lavoratori (libertà di associazione e diritto alla contrattazione collettiva, divieto del lavoro forzato e di quello minorile, divieto di discriminazione sul posto di lavoro anche per l’accesso al lavoro); protezione sociale; dialogo sociale.

Nel corso degli anni il lavoro dignitoso ha riscosso un consenso crescente all’interno della comunità internazionale per combattere la povertà ed è ormai riconosciuto come parte integrante dello sviluppo, rappresentandone contemporaneamente una precondizione, un obiettivo, una misura.

In questi trent’anni a livello internazionale si sono fatti molti passi in avanti, ad esempio per quanto riguarda la riduzione della povertà da lavoro e l’aumento della partecipazione delle persone a percorsi d’istruzione e formazione, ma molto resta ancora da fare.

Secondo il recente Rapporto dell’ILO, “Prospettive occupazionali e sociali nel mondo: tendenze 2019”, con l’attuale ritmo d’avanzamento, la realizzazione dell’obiettivo di un lavoro dignitoso e di qualità per tutti, sarebbe irrealistica per molti paesi. I dati contenuti nel suddetto rapporto, infatti, oltre ad evidenziare che nel 2018 la maggioranza dei 3,3 miliardi di persone occupate nel mondo era soggetta a condizioni inadeguate rispetto a sicurezza economica, benessere materiale, pari opportunità, la positiva riduzione della disoccupazione a livello globale, non ha prodotto giovamenti in termini di miglioramento della qualità del lavoro. Ancora oggi avere un lavoro non sempre è garanzia di vita dignitosa; lo sanno bene oltre 700 milioni di persone nel mondo che pur avendo un lavoro, vivono in condizioni di povertà moderata se non estrema.

È la scarsa qualità del lavoro proposto che costringe milioni di persone ad accettare condizioni d’impiego inadeguate.

Tra le altre criticità evidenziate da questo Rapporto ILO 2019, troviamo inoltre la mancanza di progresso nell’eliminazione del divario di genere nella partecipazione al lavoro (48% delle donne è nella forza lavoro rispetto al 75% degli uomini) e la preoccupante condizione di un giovane su cinque con meno di 25 anni, che non è né occupato al lavoro né in percorsi d’istruzione e formazione.

Pubblicato su La Settimana di Domenica 27/10/2019

Data: 
Domenica, 27 Ottobre, 2019 - 18:03