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Agenda 2030, piano di sviluppo sostenibile per le persone e la Terra

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile che appartengono a 3 gruppi: ambiente, società ed economia.

Come ci ha ricordato il Prof. Sandro Calvani durante l’incontro “Il tempo stringe! Sentieri di Sviluppo Sostenibile per l’ambiente e il lavoro” (Adria 26 ottobre 2019), nel mese di Luglio alle Nazioni Unite c’è stata una riunione per verificare come prosegue la realizzazione di questo programma ed è stato notato che non è in linea con gli obiettivi prefissati.

Una delle ragioni per il mancato raggiungimento, secondo il relatore, è che lo Sviluppo Sostenibile si basa su quattro pilastri fondamentali: società, ambiente, economia ed istituzioni. E’ quindi necessario che tutti gli attori che operano in questi quattro settori lavorino insieme e nella stessa direzione.

Le società che non crescono solo quelle in cui non c’è coesione, collaborazione e solidarietà. Due sono i modi per aumentare la crescita. Il primo è la sperimentazione: si cerca di spronare chi sta cercando di migliorare il benessere delle persone orientando le decisioni ma lasciando sempre la libertà di scelta, sul modello della “Spintarella gentile”. Il secondo è la contrattazione cioè la capacità di dialogo finalizzata a trovare una soluzione. A ben guardare queste modalità non vengono più applicate nel vecchio mondo occidentale. Infine, è necessario avere la grinta che si delinea con: l’“orientamento” al risultato per dare alla popolazione un esito vantaggioso, la “resilienza” per aiutare le persone ad aiutarsi da sole, l’“ispirazione” per dare emozione ed infine “allineare l’impresa” al modo in cui la comunità cresce.

Lo sviluppo non deve essere focalizzato a singole aree quali l’economia, l’industria, l’agricoltura, la salute l’educazione, ma deve sviluppare le persone. E’ necessario un cambio di mentalità che porti a creare una  Comunità che aiuti sé stessa e l’ambiente sociale in cui si trova e che privilegi l’attenzione per la propria salute a quella degli obiettivi economici. Per costruire una comunità sostenibile occorre investire sui valori umani tenendo ben presente che non è possibile cambiare la mentalità delle altre persone, ma solo la propria: ogni persona deve iniziare il cambiamento da sé stessa.

Il prof. Calvani, durante il suo intervento, ha raccontato la sua esperienza di come questo cambiamento sia stato realizzato in una valle montana a Nord della Tailandia, una zona di frontiera dove la popolazione era impiegata in maggioranza in attività di tipo illegale come la produzione ed il commercio di droghe e munizioni da sparo. La MAE FAH Luang Foundation ha costruito il miglior modello di sostenibilità in Asia, partendo dalla consapevolezza che la prima povertà non era economica, ma della società che non aveva valori solidi. Condiviso questo principio si è poi passati a lavorare su un cambiamento del modello educativo con l’introduzione in tutte le scuole del modello Montessori e di sole due materie: l’analisi e la soluzione dei problemi in cui tutte le materie tradizionali erano orientate alla risoluzione di una problematica. In questo territorio è poi nata una forte impresa sociale attiva in diversi ambiti quali ad esempio, l’agricoltura e il tessile, con una visione globale che ha portato ad esportare i prodotti, focalizzandosi nel settore del lusso e il commercio del caffè che è venduto in particolare in Giappone attraverso una catena di bar di proprietà al prezzo di 4 euro a tazzina, pari a 220 euro al chilogrammo. La Fondazione ha sempre mantenuto l’attenzione al coinvolgimento dell’intera comunità, alla trasparenza e alla coerenza. Come conseguenza, la regione in cui è stato portato avanti questo progetto, è diventata una delle più ricche del Paese e ha iniziato a richiamare anche persone dalla città.

È necessario, pertanto, un cambio di paradigma che porti ad un’alleanza tra popolo e profitto per rispettare l’ambiente, valorizzare i beni comuni da parte di chi ha il potere, e saper trasformare la povertà in prosperità usando poi i profitti, non per arricchire a dismisura poche persone, ma per aumentare gli strumenti di benessere sociale.

Movimento Lavoratori di Azione Cattolica

Pubblicato su La Settimana di Domenica 24/11/2019

Data: 
Domenica, 24 Novembre, 2019 - 09:00